NICOLA CAPO L’IDEOLOGO CILENTANO DEL NATURISMO E NUDISMO SPAGNOLO

Nicola Capo, figlio di contadini cilentani, giornalista, scrittore e naturopata, nato nel 1899 a Laurito (Salerno), a dodici anni emigra con la famiglia a Montevideo. Esperto di medicina naturale e di teoria e pratica del vivere salutare, è amministratore della rivista «Vivir». A Barcellona, dove vive dal 1923, fonda la Scuola Naturista di Trofologia, che è la scienza della corretta alimentazione e nutrizione che tiene conto delle incompatibilità organolettiche degli alimenti. Dal 1926 al 1937, sempre a Barcellona, pubblica con crescente successo la rivista «Pentalfa», che si occupa scientificamente di naturismo e nudismo, che non è immorale né pornografico. Nella Spagna bigotta e cattolica, la rivista è stampata e diffusa in trentamila copie. Per Capo – che diffonde le sue idee in centinaia di libri, opuscoli e articoli – tutti gli uomini e tutte le donne hanno diritto a vivere la vita nella libertà e con la migliore salute. Il regime franchista lo perseguita, gli chiude la rivista, gli sequestra libri e giornali, costringendolo all’esilio in Francia. Non lo risparmia nemmeno il fascismo italiano: dopo averlo definito «anarchico pericoloso», la polizia politica dal 1929 al 1942 lo insegue e lo spia. Nel 1967, dopo il lungo esilio francese, rientra a Barcellona, dove muore nel 1977. Al paese natale e nel Cilento è sconosciuto. Il libro ricostruisce l’iter umano, culturale e politico di un personaggio libero e anticonformista, e – contestualmente all’attualità del pensiero – recupera la memoria di un uomo che ha lasciato un segno tangibile nella cultura naturista e nudista. In Spagna i suoi libri, ancora oggi, sono accolti dal favore del pubblico (alcuni sono alla trentesima edizione). La televisione spagnola sta realizzando un documentario su Nicola Capo, figlio di poveri emigranti cilentani, giornalista e attivo animatore, nella penisola iberica e in America latina, del naturismo e del nudismo puro.

LA STORIA DI CAPO, EDITORE IN SPAGNA
pubblicata dal quotidiano «La Città», Salerno, 16 novembre 2017, pag. 31.

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