DAL CILENTO AL CARSO CON GIUSEPPE UNGARETTI

DAL CILENTO AL CARSO CON GIUSEPPE UNGARETTI

DAL CILENTO AL CARSO CON GIUSEPPE UNGARETTI

Il Cilento e i cilentani, spesso, riservano delle sorprese. Nella prima guerra mondiale due soldati cilentani, di San Mauro Cilento, sul Carso furono compagni di trincea e amici del poeta Giuseppe Ungaretti. 

Si tratta di Sabato Di Maria, nato nel 1888, lo conobbe al 20° Reggimento di Fanteria, brigata Brescia. Muore in guerra per ferite nel 1916 e Angelo Raffaele Matonti, nato nel 1889, scrivano per i commilitoni analfabeti al 63° Reggimento Fanteria conobbe Giuseppe Ungaretti al quale si propose per scrivere una lettera. Lo racconta la prof.ssa Elvira Zammarelli, nel suo libro «Fratello straniero» per la Galzerano Editore.

Elvira Zammanelli nel libro Fratello Straniero racconta e dà voce a uomini e donne di un piccolo paese del Cilento travolto, come l’Europa intera, dalla Prima guerra mondiale, costata oltre sedici milioni di morti e venti milioni tra feriti e mutilati. Una guerra voluta – come sempre – dalle classi dirigenti, ma subita c pagata duramente dalla popolazione.

Numerosi soldati cilentani non fecero ritorno alle loro famiglie c alla loro terra e altri vissero il resto della propria esistenza mutilati nel corpo… e ancor più nell’anima.

Nell’ottobre del 1935, Angelo Matonti, animato dai venti della propaganda fascista, ha deciso di partecipare come volontario alla guerra d’Etiopia, ma un casuale incontro con un giovane fascista scatena i terribili ricordi della guerra di Libia c della Prima guerra mondiale, i due precedenti conflitti nei quali è stato costretto a combattere e le cui ferite sono ancora vive nella sua memoria e in quella del paese.

Riaffiorano dal passalo storie che si intrecciano con gli eventi della Grande guerra, storie di amore e di amicizia, di coraggio, di odio, di viltà c di morte dei suoi concittadini, tutti realmente esistiti, uno dei quali, durante la prima guerra mondiale, ha avuto come commilitone il giovane poeta Giuseppe Ungaretti.

Protagonista è la drammaticità della guerra con le sue oscure e incomprensibili cause agli occhi della povera gente che stenta a far proprie le idee nazionaliste, razziste e imperialiste che caratterizzano la prima metà del XX secolo, una guerra che uccide con armi nuove e le cui conseguenze saranno tanto più drastiche quanto più calate nel contesto umano dei piccoli paesi del Sud Italia, già minati dalla vacuità dei dissidi politici e delle discriminazioni sociali, dalla persistenza del latifondo, che basa la sua forza sulla legge del maggiorascato, dalla questione meridionale col suo strascico di miseria, che sfocia nel disperato fenomeno dell’emigrazione transoceanica.

Elvira Zammarrelli

Nata a San Mauro Cilento (Sa) nel 1967, insegna Discipline letterarie nell’istituto Ancel Keys di Castelnuovo Cilento. Ha pubblicato: Non c’è vita senza amore (romanzo storico).

Inserto sul Mattino 15 febbraio 2021

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